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PostHeaderIcon PARLA CONTUCCI: CON L’AWAY CARD I TIFOSI TORNANO IN TRASFERTA, L’ADOTTERA’ ANCHE IL NAPOLI, MA LA TESSERA RESTERA’ SEMPRE

L’annuncio della concessione da parte del Bologna alla propria tifoseria non tesserata, della doppia possibilità rappresentata dal voucher per le gare casalinghe e -soprattutto- dall’Away Card, che consentirà di tornare in trasferta dopo due anni, ha riacceso il dibattito sul tema e suscitato speranze nel mondo delle tifoserie italiane.

Sono molte le curve e i gruppi organizzati che tengono fede alla scelta di non tesserarsi e che, nell’introduzione di un’Away Card analoga a quella proposta dal Bologna (e, precedentemente, da Roma e Fiorentina) vedrebbero la possibilità di tornare ad essere presenti anche nelle gare disputate lontano dalle mura amiche.

Per portare avanti la nostra piccola “inchiesta” sul tema, abbiamo voluto approfondire la questione e, soprattutto, le prospettive all’orizzonte delle tifoserie italiane legate alle novità di questi giorni. Lo abbiamo fatto con uno dei massimi esperti in materia di tessera del tifoso, l’Avvocato Lorenzo Contucci.

Avvocato, sulla scia di quanto già fatto da Roma e Fiorentina, il Bologna presenterà nei prossimi giorni la card, “Sempre con noi”, per dare la possibilità anche ai tifosi senza tessera del tifoso di seguire la squadra in trasferta. Come valuta questa iniziativa?

“Il mio parere è favorevole. Lo spiego un passo indietro: quando l’ex ministro Maroni varò la tessera del tifoso, questa era uno strumento unico, non essendoci altre possibilità di potersi abbonare o seguire la squadra in trasferta. E’ una carta di credito attivabile (o già attivata, come nei casi di Fiorentina e Napoli, con enormi problemi sulla privacy poi superati nel tempo grazie a una battaglia condotta dalle tifoserie e anche a livello legale. Per prima è intervenuta la Roma, che con una sorta di voucher consentiva di abbonarsi per le partite in casa, poi, sempre su insistenza del club giallorosso, è stata varata questa tessera “away”, che non è associato a sistemi di pagamento, non ha sistemi di rintracciabilità a distanza e non aderisce espressamente al sistema tessera del tifoso tramite la modulistica: credo si tratti davvero del massimo che si possa ottenere.”

Si tratta quindi di un passaggio a suo modo “storico”?

“Sì, siamo davanti al muro finale, perché non sarà più possibile andare in trasferta comprando semplicemente un biglietto per lo stadio. La soluzione trovata da società come Roma, Fiorentina, Bologna, probabilmente Napoli e molte altre, è quella che consente di trovare un modo per poter acquistare un biglietto per la trasferta che non sia quello classico della vera e propria tessera del tifoso.”

Quali differenze ci sono tra l’Away Card e la Tessera del Tifoso?

“Sotto il profilo dei requisiti della sicurezza, l’Away Card risponde alla Tessera del Tifoso: i requisiti stabiliti dall’articolo 9 della Legge Amato sono presenti, come anche sui biglietti. Dal 2010-2011 ogni volta che si acquista un titolo di accesso per lo stadio si è soggetti al controllo di questura. La vedo quindi favorevolmente e auspico che anche altre società prendano questa strada.”

Tramite Away Card e voucher si sta aprendo una breccia nella Tessera del Tifoso? Si arriverà al completo superamento?

“L’Away è di fatto, una forma di superamento. Temo però che la tessera non verrà mai completamente eliminata: e quando si renderanno conto che era un’iniziativa ridicola, torneremo ai biglietti di trasferta e quel sistema che abbiamo visto da Raciti in poi. Non verrà mai eliminata perché sarebbe sconfessare totalmente quello che ha sostenuto l’Osservatorio negli ultimi anni, ma adesso l’istituzione della Away è una cartina di tornasole. Se la TdT serviva per la sicurezza, come si è sempre detto, l’Away è identica e ha gli stessi requisiti, ma non aderisce al programma Tessera del Tifoso. Con la Roma si è anche visto che è bastato muovere meno di 4mila persone perché si verificassero dei problemi: questo vuol dire che il sistema della tessera non funziona. Nonostante questo non torneranno mai indietro, sarebbe una retromarcia troppo grande.“

Questa nuova card consente anche di eliminare la criticità rappresentata dal chip presente sulla TdT?

“E’ una criticità ridotta, comunque. La tessera del tifoso non nacque con una legge, ma con uno strumento comparso sul sito del Ministero degli interni e si disse che era dotata di un chip RFID, che può avere diverse potenzialità, compresa quella di rintracciare mandrie smarrite o merci mandate lungo il mare. Con il tempo si è scoperto che questo chip ha potenzialità ridotta e, teoricamente, dovrebbe servire per aprire a distanza i tornelli, cosa che poi di fatto non è mai avvenuta: da questo punto di vista si è rivelato uno strumento meno insidioso del previsto.”

Qual è l’aspetto più rilevante che è stato possibile superare grazie all’Away Card?

“Il vero rilievo di questo strumento è che all’inizio la tessera veniva rilasciata a distanza di diverso tempo, anche mesi, mentre ora il rilascio è immediato, esattamente come un biglietto. La foto che compare, ad esempio, sull’Away della Roma non finisce presso la questura, ma nel database clienti della Roma stessa: e peraltro è una foto di qualità pessima scattata con sistemi non particolarmente sofisticati. Inoltre nella modulistica non si aderisce al programma tessera del tifoso, e la tessera del tifoso classica ha anche una carta di credito, l’Away no.”

Queste novità hanno determinato problemi con l’Osservatorio?

“L’Osservatorio ha paventato la possibilità di sospendere l’Away della Roma. Nel caso dovesse accadere, saremmo pronti a una class action, visto che è stata acquistata, pagata, ha tutti i requisiti di sicurezza, non si aderisce ad alcun programma.”

Quali sono, invece, le analogie?

“L’unica cosa che realmente rimane – ma va detto che dal 2010 insiste anche sui singoli biglietti cartacei – è l’articolo 9, che è l’ostacolo più duro da superare, ma che siamo riusciti a far interpretare nel modo più favorevole possibile da parte dell’Osservatorio. L’importante è sapere che se non si accetta questo tipo di strumento bisognerà poi dire addio per sempre alle trasferte”.

In conclusione, quale futuro vede per il mondo delle tifoserie organizzate dopo un periodo di declino figlio anche della tessera del tifoso?

“C’è stata una grande trasformazione. Probabilmente nei prossimi anni assisteremo a un ulteriore scioglimento dei gruppi organizzati. C’è la sensazione che, per spirito di sopravvivenza, sia necessario rimanere il più sottotraccia possibile e muoversi autonomamente senza troppi clamori per evitare ulteriori azioni repressive. Da 5-6 anni il fatto di portare striscioni, stendardi o elementi identificativi allo stadio ha consentito persino di contestare reati come l’associazione per delinquere per le tifoserie organizzate: si è andati molto oltre anche grazie al vezzo della tifoseria di portare per forza qualcosa di identificativo. Questa esigenza, a mio avviso, è superata: l’importante è sopravvivere a questa ulteriore fase repressiva e cercare di tirare avanti il più possibile”.

[Fonte: Play Bologna]

Lunedi 1 Luglio 2013

Sezione: dal mondo Ultras

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