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PostHeaderIcon SIMBOLO DEL CALCIO SANO O DEL CALCIO MALATO?

La storia di Arrigo Brovedani, l’unico tifoso friulano presente lunedì sera a Marassi a sostenere l’Udinese, è diventata in poche ore una specie di parabola del buon tifo, di quello sano, sincero, profondo e corretto che non conosce ostacoli. Peccato che la sera di martedì siano iniziate a circolare voci su altri tifosi dell’Udinese presenti a Genova, che però sono rimasti fuori dallo stadio. E quando si scopre che questi tifosi, che poi tifosi non sono, ma ultras, del gruppo ‘Collettivo IncUdine’ , hanno viaggiato per tutta l’Italia con esito quasi sempre uguale a quello di Lunedì, ovvero rimanere fuori dallo Stadio, controllati a vista d’occhio dalla Questura, per la sola colpa di non avere in tasca un pezzo di plastica chiamato ‘Tessera del Tifoso’, allora la storia di Arrigo da simbolo del calcio sano diventa simbolo del calcio ottuso e malato, schiavo di divieti e leggi che tutto fanno tranne che andare nell’interesse di chi dovrebbero tutelare: i tifosi stessi. E simbolo del tifo sano, della passione che non conosce ostacoli, diventano quei ragazzi che non hanno ne’ nome ne’ facce, e che non amano la luce dei riflettori. Solo su alcuni siti di cosiddetta “Controinformazione” infatti gira la loro storia. Che poi una vera e propria storia non e’, ma solo una voce fuori dal coro che dice “Ehilà, c’era pure qualcun altro”. Tanto per dovere di cronaca, quello che non tutti i cosiddetti professionisti dell’Informazione sembrano avere quando si parla di argomenti ‘scomodi’. Anche se lo Sport mai dovrebbe essere un argomento scomodo. Ma tant’è, e la presenza di un solo tifoso ospite in una partita di quello che una volta era conosciuto come il Campionato più bello del mondo riesce ad essere in qualche modo fatta passare come una notizia positiva anziché negativa. Nessuno che veda nella storia di Arrigo la fine del calcio come sport popolare capace di mobilitare masse, ma solo un episodio simpatico per riempire le solite ore e ore di inutili trasmissioni sulla palla rotonda. Inutili perché nessuno fa le domande giuste. Nessuno che si chiede come mai una volta, neanche troppo tempo fa, le squadre in trasferta fossero seguite da migliaia e migliaia di supporter colorati e rumorosi, mentre oggi capita di vedere settori ospiti desolatamente vuoti, o quasi, e quindi in rigoroso silenzio. O meglio, qualcuno se lo chiede, ma le risposte sono le solite trite e ritrite, e sfortunatamente sbagliate. Stadi fatiscenti, freddo e distanza: questo quanto detto nel corso di un’intervista a RaiSport1. Nessun accenno a una partita giocata di lunedì per il volere di un’emittente televisiva, Sky; nessun accenno a dei ragazzi che hanno speso 50 euro per non vedere la partita (Arrigo invece, che tra l’altro si trovava a Genova per lavoro e non solo per seguire l’Udinese, per sua stessa ammissione solitamente entrava gratis allo stadio, “I clienti sanno della mia passione e solitamente mi invitano a vedere la partita” ha detto nel corso di un’altra intervista). Loro c’erano, nonostante freddo, distanza e stadio fatiscente (Marassi è fatiscente?), ci sono sempre stati, e presumibilmente sempre ci saranno. Avrebbero potuto però essere di più se la partita fosse stata giocata in un giorno festivo anziché di Lunedì, e magari avrebbero anche potuto assistere alla partita (cosa che immagino sarebbe stata molto gradita considerati gli oltre 1000 km di viaggio tra andata e ritorno fatti proprio con quest’obiettivo) se non esistessero questi dubbi divieti che vietano a chi non è in possesso della famigerata tessera del tifoso di recarsi in trasferta. Motivi di ordine pubblico e sicurezza, qualcuno risponderà, peccato che però questi ragazzi a Genova si siano recati comunque, senza causare incidenti e disagi. E che lo stesso fanno migliaia di altri ragazzi che sostengono squadre lungo tutto lo stivale. Segnati dal loro stesso destino: cancelli chiusi, telecamere spente.
La media degli spettatori continua a diminuire irrimediabilmente ma la Lega Calcio, anziché attivare campanelli di allarme e dichiarare lo stato fallimentare del pallone italiano e incentivare politiche serie che riportino gli stadi ad essere pieni e colorati, pubblica sulla propria pagina Facebook la foto di Arrigo con in sovraimpressione una sua frase pronunciata durante un’intervista sbandierando la sua presenza come una vittoria, mentre continua ad avallare Tessere del Tifoso e divieti vari, oltre che leggi repressive divenute sempre più aspre e ingiuste (Basti pensare al D.A.Spo., comminato dalla Polizia anziché da un Giudice e oramai distribuito anche a chi si macchia di reati gravissimi quali scavalcare una recinzione o arguire con un poliziotto), che renderanno sempre più comune la presenza di 0 tifosi nei settori ospiti, e la decrescita costante degli spettatori in generale.
Emanuele de Vito
Sabato 15 Dicembre 2012
Fonte: [http://www.dodicesimouomo.net]

Sezione: Dal mondo Ultras

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