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Venerdì 7 dicembre 2012 a Verona si è svolta l’udienza del processo che vede otto poliziotti imputati per il pestaggio a Paolo Scaroni, ultras del Brescia. Qui di seguito riportiamo il racconto della redazione di liberiditifare.altervista.org.

Otto anni di carcere per le accuse di lesioni gravissime, e accuse di falsa testimonianza per due funzionari della loro questura. E’ pesante la pena chiesta dal pm di Verona Maria Beatice Zanotti per gli agenti bolognesi accusati del pesante pestaggio ai danni di Paolo Scaroni, il tifoso del Brescia da allora invalido.

I fatti risalgono al 24 settembre 2005, e a distanza di tanti anni la sentenza potrebbe arrivare già il prossimo 18 gennaio. Come ricordato a dare la svolta al processo è stata la testimonianza di un testimone oculare, sentito assieme ai macchinisti dei treni fermi in stazione al momento del pestaggio.

Le parole del pm in aula sono riportate stamane sulle colonne di Bresciaoggi: «Nel corso del processo Scaroni ha detto di essere stato pestato da più persone con manganelli impugnati al contrario: non ci sono motivi per dubitare dell´attendibilitá della vittima. Sono state avanzate altre ipotesi, tutte smontate. Dalle perizie emerge chiaramente che le ferite riportate da Scaroni sono compatibili con i manganelli in dotazione alla polizia. Ci sono state difficoltà oggettive a proseguire nelle indagini. Abbiamo riscontrato una certa riluttanza da parte delle forze dell´ordine a fare emergere quanto accaduto in stazione. Tutti sono stati sentiti, nessuno ricorda di aver visto qualcuno picchiare Scaroni e non ricorda nemmeno di aver visto un ragazzo a terra. Non bastassero le indagini difficoltose, ci siamo trovati davanti a un filmato della Scientifica monco roprio dei secondi del pestaggio. Non ci sono le immagini di ciò che cerchiamo, tutti dicono di non sapere nulla, ma le sfasature nei video proprio in quegli istanti, dicono che anche altri sapevano. Ho letto il manuale che viene dato in dotazione agli agenti: ebbene, lì c´è scritto che in nessun modo deve essere colpita una persona alla testa e men che meno deve essere colpita una persona che si trova a terra. É spiegato che il manganello deve essere impugnato correttamente e non al contrario. Una serie di testimonianze dicono che queste cose non sono state rispettate. Noi possiamo dire con certezze che qualcosa é accaduto, al contrario delle forze dell´ordine, quando dicono di non aver visto niente. Noi sappiamo che in quella zona in quei secondi si trovava solo la squadra di Bologna: purtroppo non sappiamo distribuire l´azione individuale, ma la colpa é da attribuire a tutti coloro che erano li, perché la squadra è un´unità inscindibile, deve muoversi compatta e fa della coesione la sua forza. Faccio fatica, invece, a estendere le responsabilità a chi dirigeva le operazioni perché nell´ordinare la carica non poteva sapere che i suoi uomini avrebbero agito contravvenendo a quanto scritto nel manuale».

All’udienza hanno assistito anche alcuni tifosi del Brescia che hanno voluto accompagnare Paolo Scaroni. In solidarietà sono giunti a Verona anche gruppi ultras del Milan, dell’Atalanta, del Cesena, dell’Udinese e persino cinque persone del Saint Etienne. Dopo aver fatto una breve manifestazione in stazione, i tifosi si sono diretti a piedi al tribunale per assistere al processo.

Mercoledi 12 Dicembre 2012

[FONTE: Liberi di Tifare]

Sezione: Dal mondo Ultras

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